Rischi minori per i robot collaborativi: impiego industriale in crescita
Quando in un’azienda si attua un processo produttivo che prevede un lavoro sporco, noioso (o anche pericoloso), il desiderio di molti datori di lavoro e degli operai è quello di ottimizzarlo e renderlo migliore sotto tanti aspetti. Nel corso del tempo tali mansioni non solo possono logorare i lavoratori, ma, anche mantenerli costantemente impegnati con logiche ripercussioni sulla produttività stessa che non riesce ad ottimizzarsi in termini di quantità.
Aziende italiane come Benetton ed Electrolux si sono affidate alla robotica industriale già nel 2016, ma i dati relativi al nostro paese non sono positivi se accostati a quelli di altri stati europei, in primis la Germania. Oggigiorno occorre comprendere che i cobot rappresentano la soluzione ideale per coloro che vogliono ottimizzare la produzione industriale, consentendo ai propri operai di dedicarsi a un’attività meno faticosa e priva di rischi.
Perché scegliere i robot collaborativi?
Innanzitutto, va detto che i robot industriali di tipo tradizionali possono essere una soluzione complessa, soprattutto per piccole e medie imprese. In secondo luogo, non tutti i responsabili di uno stabilimento hanno il budget per assumere un esperto che sappia per programmarli (e riprogrammarli quando necessario).
In terzo luogo, i robot industriali richiedono che l’area di lavoro sia salvaguardata per prevenire potenziali danni agli esseri umani. A seconda dell’applicazione, oggi però è possibile superare le suddette sfide “assumendo” un tipo speciale di robot: un robot collaborativo o un cobot.
Un cobot è, infatti, relativamente leggero e progettato per funzionare in sicurezza nelle immediate vicinanze delle persone. Questo fattore può dunque eliminare tende o schermature attraverso l’uso di sensori o di tecnologia di limitazione della forza con l’applicazione e la valutazione del rischio appropriate.
Tra l’altro i cobot sono anche facilmente programmabili attraverso la guida manuale, che consente a un lavoratore di spostarne il braccio in ogni punto del lavoro invece di digitare dei comandi con un dispositivo ad infrarossi o a filo.
Le considerazioni da fare prima dell’acquisto di un cobot
Prima di investire in un cobot, è importante fare alcune considerazioni in merito alla valutazione del rischio. Ci sono, infatti, degli esperti della robotica che in base ai potenziali o presunti rischi che possono creare questi cobot stilano un certificato di idoneità che ne attesta la massima sicurezza e che diventa poi standard ed inserito nella specifica tabella delle normative (ISO).
Quando viene fornito il placet l’applicazione robotica viene considerata sicura per gli esseri umani che interagiscano con essa. Ottenere questo tipo di certificazione garantisce un posto di lavoro sicuro e un significativo aumento della produttività.
In merito a ciò vale la pena sottolineare che tutte le migliori aziende europee produttrici di robotica sono in possesso del certificato in oggetto e tra queste vale la pena citare la Universal Robots, che da sempre si è preoccupata di curare a fondo i suoi prodotti proprio per garantirli dal punto di vista della sicurezza.
Un tipico lavoro di un cobot
Quando ci si reca nelle fiere espositive dei produttori di bracci robotici si può assistere a delle dimostrazioni in modo da capire a fondo cosa possono fare i cobot.
Ad esempio, un robot collaborativo può afferrare una parte funzionale di un determinato meccanismo da una macchina di formatura, ispezionarla tramite una videocamera in 3D e quindi inserirla in un’altra macchina vicina per la lucidatura.
Il lavoratore umano che precedentemente occupava questa stazione rischiava di subire lesioni da sforzo alla schiena e, verso la fine del suo turno, non era riuscito ad esaminare il manufatto con la stessa perfezione.
Quanto appena descritto dimostra tra l’altro che le tre fasi di lavorazione ottimizzate dal solo robot anziché impegnare almeno tre operatori ne richiede al massimo uno come supervisore mente gli altri due si possono dedicare a tempo pieno ad un’altra sezione della catena di montaggio precedente o successiva.